mercoledì 2 ottobre 2013

Un cammino in decrescita

Come mio primo articolo in questo blog voglio raccontarvi di una interessante quanto inaspettata “scoperta green” che ho fatto questa estate durante il Cammino di Santiago: vi racconto di come ho scoperto la cooperativa “Aurora de los caminos”, una cooperativa nata dalla necessità dei suoi membri di vivere una vita più sobria ed improntata su un consumo ed e una produzione più etica e su quello che credo personalmente manchi maggiormente nella nostra società: il contatto e la fiducia negli altri.

Per cominciare voglio parlarvi in breve del cammino di Santiago, col quale questa cooperativa e strettamente coinvolta e dal quale è ispirata.
Certo è che racchiudere in una definizione immediata e succinta cosa rappresenti il Cammino di Santiago per così tanti uomini e donne che ogni anno decidono di intraprenderlo è impresa difficile, specialmente se non si vuole rischiare di scadere nell'approssimazione.
Forse, per dare un'idea immediata sarebbe più facile focalizzarsi su quello che sopra ogni cosa accomuna questa moltitudine di fedi, culture e nazionalità tanto diverse: la “Ricerca”.
Posso affermare senza timore infatti che tutti i pellegrini ricercano “lungo” , e mai alla fine del cammino, un qualcosa che o hanno perso o hanno la necessità di trovare: la fede, un nuovo contatto con Dio, sé stessi, il proprio scopo su questa terra, un altro e nuovo percorso da intraprendere, un cambio radicale; gli oggetti della ricerca sono infiniti come le “strade del Signore”.

Questa ricerca non può senza dubbio non svolgersi se non su due piani d'azione: quello privato, introspettivo ed intimo in primo luogo, che si svolge durante le lunghe e silenziose ore trascorse in solitario lungo i sentieri del cammino; in secondo luogo quello del contatto con gli altri: ascoltare le tante storie di vita, i diversi punti di vista e le molteplici esperienze che i pellegrini sono soliti condividere lungo il tragitto o a fine giornata in uno dei tanti “Albergue do peregino” aiuta sicuramente ad avere una coscienza di se stessi maggiore.Un'esperienza dal canto mio immensa!

Ma ora vengo al dunque, ed inizio con il racconto di come ho conosciuto la cooperativa.Vi dirò solo che ero disperso nelle campagne dopo Dumbria, nella provincia de La Coruña, e con un dolore al ginocchio lancinante che quasi mi impediva di andare avanti.
Volevo raggiungere Mugìa sulla costa, ma la mia meta era troppo lontana e mancavano solo un paio di ore al tramonto.
Cosa fare? Accamparsi in un campo di mais ed aspettare l'alba per far riposare un poco le gambe oppure proseguire?

Mentre riflettevo su quale decisione prendere arrivai nel piccolo e desolato villaggio di Quitans, e proprio nel momento di massimo scoramento, proprio lì in fronte a me, apparve una croce luminosa che mi ridiede le speranze!
No, non ebbi una visione mistica, bensì si trattava della croce verde al neon di una farmacia.
Nel villaggio mancava persino il forno, immaginate quindi che apparizione inaspettata fu quella farmacia in mezzo a tanta desolazione!
La farmacista mi diede un Ibuprofene che in quel momento valeva più dell'oro e mi consigliò di andare a chiedere se ci fosse posto nel monastero de S. Martìn de Ozàn, pochi Km più in là.
Con gli ultimi sforzi mi trascinai al monastero dove mi aspettavo di essere accolto da qualche frate o qualche monaca, una celletta sobria ed essenziale e la possibilità di cucinarmi qualcosa.

Niente di più lontano dal mio immaginario!

Varcato il grande portale di legno del muraglione che circondava il monastero ad accogliermi nel giardino c'era una moltitudine di gente di tutti i tipi: uomini e donne, giovani e non più giovani, di tante nazionalità e con tante storie diverse, tutti riuniti in un meraviglioso contesto quale era quello del Monastero di San Martìn!
Ero finito nella Cooperativa Aurora de los Caminos.

Aurora de los Caminos nacque dall'idea comune dei soci di perseguire uno stile di vita che trovi nella sobrietà il reale benessere: riscoprire un contatto con la natura, seguire uno stile di vita etico, avere un contatto reale e diretto con gli altri esseri umani.
Ecco le misure per valutare il livello di benessere secondo i soci, tutto ciò che purtroppo spesso manca nella vita di tutti i giorni della maggior parte delle persone.

La storia della creazione della cooperativa risale a pochi anni fa: i soci fondatori ebbero la concessione delle strutture dell'ex monastero dalla curia locale e dal sacerdote della chiesa attigua, Don Ramon Insua, in cambio del mantenimento e del restauro delle strutture.
La missione della cooperativa che i sei membri, Soraya, Marta, Loreto, Hugo, Maria e Lucia, (N.B. Loreto è una donna, in spagnolo è un nome femminile!), hanno abbracciato è: 
"propiciar desde la sobriedad el entorno favorable para la práctica del aquí y ahora, de la aceptación, del perdón, de la meditación, del consumo responsable y consciente, los hábitos saludables y para el disfrute de la vida sencilla, servicial y de entrega; por Amor y Gratitud." 
(tr. Favorire a partire dalla sobrietà un ambiente favorevole per la pratica del quì e subito, della accettazione, del perdono, della meditazione, del consumo responsabile e cosciente, delle abitudini sane e per godere della vita semplice, ospitale e di dedizione; per Amore e Gratitudine.)

Davvero inusuale che non compaia nessun riferimento di tipo economico, non è vero?
Soraya, una dei sei membri della cooperativa spiega:
"fu molto difficile spiegare alla camera di commercio di La Coruña che la finalità erano più che altro etiche e non avevano nessun interesse a creare profitto se non in termini umani e personali."
Ma ad ogni modo le attività della cooperativa sono molteplici: Agricoltura biodinamica, Mantenimento dei locali del monastero, laboratori di musica, di cineforum, di yoga e chi-kung e sopratutto accoglienza dei pellegrini.

I principali attori sono i soci e i volontari: i soci collaborano per il sostentamento della cooperativa compartecipando tramite il proprio lavoro, sia all'interno sia all'esterno della struttura stessa, alle spese di mantenimento e al sostentamento collettivo di tutti i soci.

Inoltre la cooperativa è aperta a chiunque voglia collaborare come volontario.
Tutti sono accettati, nessuno può essere rifiutato.I volontari possono fermarsi per cominciare tre giorni contribuendo con una somma indicativa di 5€ più ovviamente il proprio lavoro successivamente possono prolungare la propria permanenza di quindici giorni e infine, a seconda della disponibilità di posto e se i soci valutano utile il contributo apportato dal volontario, possono fermarsi fino a sei mesi.

C'è infatti chi ha deciso come Santi di fermarsi e collaborare con il suo lavoro e le sue conoscenze in campo agricolo e portare avanti il progetto di rendere la cooperativa autosufficiente dal punto di vista della produzione alimentare.
I soci infatti puntano a due scopi in questo senso: essere autosufficienti e produrre allo stesso tempo ispirandosi alla “agricoltura naturale” o “del non fare” di Masanobu Fukuoka.
Santi, ingegnere ritornato alla terra, spiega infatti che purtroppo le due cose non sono tuttora compatibili ma che ci si sta muovendo in quel senso per trovare un metodo che possa assicurare una produzione sufficiente a sfamare gli inquilini e gli ospiti del Monastero di San Martìn de Ozàn e allo stesso tempo a non sfruttare eccessivamente il terreno e le risorse ambientali. la sobrieda

Santi inoltre mi racconta di come abbia trovato nella cooperativa un modo di vivere a contatto con le altre persone dando liberamente e gratuitamente il proprio contributo e allo stesso tempo di fare quello che più gli piace: occuparsi della terra e governare gli animali.
Siamo su questa terra per dare più di quello che riceviamo, senza chiedere più di quello di cui necessitiamo per vivere dignitosamente”, questa è la filosofia di vita di Santi, questo è il principale motivo per il quale ha deciso di fermarsi nella cooperativa.

Ed infine ci sono i pellegrini, che si fermano a riposare lungo il cammino, e gli ospiti come Pedro Manuel che letteralmente mi racconta entusiasta di come sia piacevole passare i fine settimana nella cooperativa: cibo naturale e gustoso, contatto con la natura, tante persone sempre diverse da conoscere e con le quali dedicarsi alle varie attività come teatro e musica.
E sopratutto il prezzo: infatti sia gli ospiti che i pellegrini possono scegliere di donare liberamente quello che possono: ci sono delle somme di denaro consigliate ma ognuno può decidere di donare quello che può, quello che vuole, o addirittura contribuire col proprio lavoro.

Cooperative ed associazioni come questa non sono così inusuali come si potrebbe pensare mi spiega Soraya, una socia della cooperativa.
Il problema è che non ci sia un mezzo che le ponga in contatto e possa in questo modo far conoscere queste iniziative sparse in Spagna come negli altri paesi a tutti coloro che fossero interessati a partecipare o semplicemente vivere qualche giorno in maniera “slow”.

La mia personale esperienza è stata più che positiva: c'è chi può essere d'accordo o meno a vivere in questa maniera, ma sicuramente passare qualche giorno nella cooperativa mi ha davvero fatto apprezzare una maniera diversa di vivere il tempo libero;
Durante la mia permanenza mi sono chiesto “non sarebbe fantastico passare il tempo libero, i fine settimana o addirittura le vacanze in luoghi come questo?”
Conoscere ogni volta gente nuova e nuove storie di vita e allo stesso tempo godere di ciò di cui più si necessita: passare del tempo con altre persone godendo della buona compagnia, del buon cibo e della natura.

Inoltre non potrebbe forse essere una maniera alternativa per fare delle vacanze all'insegna dell'equosostenibilità e del relax? Perché stressarci in code chilometriche al casello autostradale per poi ritrovarci in luoghi di villeggiatura affollati, dozzinali e sopratutto costosi, quando potremmo passare anche semplicemente un solo fine settimana vicino casa nostra, spendendo poco e riscoprendo il reale significato delle vacanze?

Per concludere la mia opinione è che sviluppare un turismo in questo senso potrebbe essere davvero una soluzione per potersi permettere delle vacanze non solo accessibili per tutte le tasche ma sopratutto all'insegna della “slow life”.
Spero che questo mio racconto possa suggerire in questi tempi di crisi una buona idea per sviluppare un progetto simile a tutti coloro interessati nel diffondere un nuovo modello maggiormente etico e maggiormente umano di consumare e produrre.


Stefano

Link utili: Aurora de los Caminos

Alcune immagini:






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