Come
mio primo articolo in questo blog voglio raccontarvi di una
interessante quanto inaspettata “scoperta green” che ho fatto
questa estate durante il Cammino di Santiago: vi racconto di come ho
scoperto la cooperativa “Aurora de los caminos”, una cooperativa
nata dalla necessità dei suoi membri di vivere una vita più sobria
ed improntata su un consumo ed e una produzione più etica e su
quello che credo personalmente manchi maggiormente nella nostra
società: il contatto e la fiducia negli altri.
Per
cominciare voglio parlarvi in breve del cammino di Santiago, col
quale questa cooperativa e strettamente coinvolta e dal quale è
ispirata.
Certo
è che racchiudere in una definizione immediata e succinta cosa
rappresenti il Cammino di Santiago per così tanti uomini e donne
che ogni anno decidono di intraprenderlo è impresa difficile,
specialmente se non si vuole rischiare di scadere
nell'approssimazione.
Forse,
per dare un'idea immediata sarebbe più facile focalizzarsi su quello
che sopra ogni cosa accomuna questa moltitudine di fedi, culture e
nazionalità tanto diverse: la “Ricerca”.
Posso
affermare senza timore infatti che tutti i pellegrini ricercano
“lungo” , e mai alla fine del cammino, un qualcosa che o hanno
perso o hanno la necessità di trovare: la fede, un nuovo contatto
con Dio, sé stessi, il proprio scopo su questa terra, un altro e
nuovo percorso da intraprendere, un cambio radicale; gli oggetti
della ricerca sono infiniti come le “strade del Signore”.
Questa
ricerca non può senza dubbio non svolgersi se non su due piani
d'azione: quello privato, introspettivo ed intimo in primo luogo, che
si svolge durante le lunghe e silenziose ore trascorse in solitario
lungo i sentieri del cammino; in secondo luogo quello del contatto
con gli altri: ascoltare le tante storie di vita, i diversi punti di
vista e le molteplici esperienze che i pellegrini sono soliti
condividere lungo il tragitto o a fine giornata in uno dei tanti
“Albergue do peregino” aiuta sicuramente ad avere una coscienza
di se stessi maggiore.Un'esperienza dal canto mio immensa!
Ma
ora vengo al dunque, ed inizio con il racconto di come ho conosciuto
la cooperativa.Vi dirò solo che ero disperso nelle campagne dopo
Dumbria, nella provincia de La Coruña,
e con un dolore al ginocchio lancinante che quasi mi impediva di
andare avanti.
Volevo
raggiungere Mugìa sulla costa, ma la mia meta era troppo lontana e
mancavano solo un paio di ore al tramonto.
Cosa
fare? Accamparsi in un campo di mais ed aspettare l'alba per far
riposare un poco le gambe oppure proseguire?
Mentre
riflettevo su quale decisione prendere arrivai nel piccolo e desolato
villaggio di Quitans, e proprio nel momento di massimo scoramento,
proprio lì in fronte a me, apparve una croce luminosa che mi ridiede
le speranze!
No,
non ebbi una visione mistica, bensì si trattava della croce verde al
neon di una farmacia.
Nel
villaggio mancava persino il forno, immaginate quindi che apparizione
inaspettata fu quella farmacia in mezzo a tanta desolazione!
La
farmacista mi diede un Ibuprofene che in quel momento valeva più
dell'oro e mi consigliò di andare a chiedere se ci fosse posto nel
monastero de S. Martìn de Ozàn, pochi Km più in là.
Con
gli ultimi sforzi mi trascinai al monastero dove mi aspettavo di
essere accolto da qualche frate o qualche monaca, una celletta sobria
ed essenziale e la possibilità di cucinarmi qualcosa.
Niente
di più lontano dal mio immaginario!
Varcato
il grande portale di legno del muraglione che circondava il monastero
ad accogliermi nel giardino c'era una moltitudine di gente di tutti i
tipi: uomini e donne, giovani e non più giovani, di tante
nazionalità e con tante storie diverse, tutti riuniti in un
meraviglioso contesto quale era quello del Monastero di San Martìn!
Ero
finito nella Cooperativa Aurora de los Caminos.
Aurora
de los Caminos nacque dall'idea comune dei soci di perseguire uno
stile di vita che trovi nella sobrietà il reale benessere:
riscoprire un contatto con la natura, seguire uno stile di vita
etico, avere un contatto reale e diretto con gli altri esseri umani.
Ecco
le misure per valutare il livello di benessere secondo i soci, tutto
ciò che purtroppo spesso manca nella vita di tutti i giorni della
maggior parte delle persone.
La
storia della creazione della cooperativa risale a pochi anni fa: i
soci fondatori ebbero la concessione delle strutture dell'ex
monastero dalla curia locale e dal sacerdote della chiesa attigua,
Don Ramon Insua, in cambio del mantenimento e del restauro delle
strutture.
La
missione della cooperativa che i sei membri, Soraya, Marta, Loreto,
Hugo, Maria e Lucia, (N.B. Loreto è una donna, in spagnolo è un
nome femminile!), hanno abbracciato è:
"propiciar desde la sobriedad el entorno favorable para la práctica del aquí y ahora, de la aceptación, del perdón, de la meditación, del consumo responsable y consciente, los hábitos saludables y para el disfrute de la vida sencilla, servicial y de entrega; por Amor y Gratitud."
(tr. Favorire a partire dalla sobrietà un ambiente favorevole per la pratica del quì e subito, della accettazione, del perdono, della meditazione, del consumo responsabile e cosciente, delle abitudini sane e per godere della vita semplice, ospitale e di dedizione; per Amore e Gratitudine.)
Davvero
inusuale che non compaia nessun riferimento di tipo economico, non è
vero?
Soraya,
una dei sei membri della cooperativa spiega:
"fu molto difficile spiegare alla camera di commercio di La Coruña che la finalità erano più che altro etiche e non avevano nessun interesse a creare profitto se non in termini umani e personali."
Ma
ad ogni modo le attività della cooperativa sono molteplici:
Agricoltura biodinamica, Mantenimento dei locali del monastero,
laboratori di musica, di cineforum, di yoga e chi-kung e sopratutto
accoglienza dei pellegrini.
I
principali attori sono i soci e i volontari: i soci
collaborano per il sostentamento della cooperativa compartecipando
tramite il proprio lavoro, sia all'interno sia all'esterno della
struttura stessa, alle spese di mantenimento e al sostentamento
collettivo di tutti i soci.
Inoltre
la cooperativa è aperta a chiunque voglia collaborare come
volontario.
Tutti
sono accettati, nessuno può essere rifiutato.I volontari
possono fermarsi per cominciare tre giorni contribuendo con una somma
indicativa di 5€ più ovviamente il proprio lavoro successivamente
possono prolungare la propria permanenza di quindici giorni e
infine, a seconda della disponibilità di posto e se i soci valutano
utile il contributo apportato dal volontario, possono fermarsi fino a
sei mesi.
C'è
infatti chi ha deciso come Santi di fermarsi e collaborare con il suo
lavoro e le sue conoscenze in campo agricolo e portare avanti il
progetto di rendere la cooperativa autosufficiente dal punto di vista
della produzione alimentare.
I
soci infatti puntano a due scopi in questo senso: essere
autosufficienti e produrre allo stesso tempo ispirandosi alla
“agricoltura naturale” o “del non fare” di Masanobu
Fukuoka.
Santi,
ingegnere ritornato alla terra, spiega infatti che purtroppo le due
cose non sono tuttora compatibili ma che ci si sta muovendo in quel
senso per trovare un metodo che possa assicurare una produzione
sufficiente a sfamare gli inquilini e gli ospiti del Monastero di
San Martìn de Ozàn e allo stesso tempo a non sfruttare
eccessivamente il terreno e le risorse ambientali.
la sobrieda
Santi
inoltre mi racconta di come abbia trovato nella cooperativa un modo
di vivere a contatto con le altre persone dando liberamente e
gratuitamente il proprio contributo e allo stesso tempo di fare
quello che più gli piace: occuparsi della terra e governare gli
animali.
“Siamo
su questa terra per dare più di quello che riceviamo, senza chiedere
più di quello di cui necessitiamo per vivere dignitosamente”,
questa è la filosofia di vita di Santi, questo è il principale
motivo per il quale ha deciso di fermarsi nella cooperativa.
Ed
infine ci sono i pellegrini, che si fermano a riposare lungo il
cammino, e gli ospiti come Pedro Manuel che letteralmente mi racconta
entusiasta di come sia piacevole passare i fine settimana nella
cooperativa: cibo naturale e gustoso, contatto con la natura, tante
persone sempre diverse da conoscere e con le quali dedicarsi alle
varie attività come teatro e musica.
E
sopratutto il prezzo: infatti sia gli ospiti che i pellegrini possono
scegliere di donare liberamente quello che possono: ci sono delle
somme di denaro consigliate ma ognuno può decidere di donare quello
che può, quello che vuole, o addirittura contribuire col proprio
lavoro.
Cooperative
ed associazioni come questa non sono così inusuali come si potrebbe
pensare mi spiega Soraya, una socia della cooperativa.
Il
problema è che non ci sia un mezzo che le ponga in contatto e possa
in questo modo far conoscere queste iniziative sparse in Spagna come
negli altri paesi a tutti coloro che fossero interessati a
partecipare o semplicemente vivere qualche giorno in maniera “slow”.
La
mia personale esperienza è stata più che positiva: c'è chi può
essere d'accordo o meno a vivere in questa maniera, ma sicuramente
passare qualche giorno nella cooperativa mi ha davvero fatto
apprezzare una maniera diversa di vivere il tempo libero;
Durante
la mia permanenza mi sono chiesto “non sarebbe fantastico passare
il tempo libero, i fine settimana o addirittura le vacanze in luoghi
come questo?”
Conoscere
ogni volta gente nuova e nuove storie di vita e allo stesso tempo
godere di ciò di cui più si necessita: passare del tempo con altre
persone godendo della buona compagnia, del buon cibo e della natura.
Inoltre
non potrebbe forse essere una maniera alternativa per fare delle
vacanze all'insegna dell'equosostenibilità e del relax? Perché
stressarci in code chilometriche al casello autostradale per poi
ritrovarci in luoghi di villeggiatura affollati, dozzinali e
sopratutto costosi, quando potremmo passare anche semplicemente un
solo fine settimana vicino casa nostra, spendendo poco e riscoprendo
il reale significato delle vacanze?
Per
concludere la mia opinione è che sviluppare un turismo in questo
senso potrebbe essere davvero una soluzione per potersi permettere
delle vacanze non solo accessibili per tutte le tasche ma sopratutto
all'insegna della “slow life”.
Spero
che questo mio racconto possa suggerire in questi tempi di crisi una
buona idea per sviluppare un progetto simile a tutti coloro
interessati nel diffondere un nuovo modello maggiormente etico e
maggiormente umano di consumare e produrre.
Stefano
Link utili: Aurora de los Caminos
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