Un raccoglitore di informazioni, idee e riflessioni per chiunque voglia approcciarsi alla società secondo i valori della Decrescita Felice.
lunedì 24 febbraio 2014
lunedì 17 febbraio 2014
lunedì 10 febbraio 2014
venerdì 7 febbraio 2014
Intervista a Marina Girardi
Cantastoriessa, pittrice ed illustratrice, disegnatrice di fumetti sulle due ruote: Marina Girardi ci racconta il suo iter artistico pedalata dopo pedalata!
Il Blog di Marina :
www.magira.altervista.org/
Seguite il progetto "NOMADISEGNI" di Marina Girardi che
insieme a Rocco Lombardi <<sono in viaggio di storie nascoste dentro al paesaggio>> :
http://www.magira.altervista.org/category/nomadisegni/
giovedì 6 febbraio 2014
Keep calm and fold your bike
Quando decidiamo di comprare una bici il primo dilemma è: rubata
o non rubata?
Soprattutto nelle città universitarie il furto di biciclette è quasi un costume, non ci si meraviglia se non si trova più la bici legata al palo sotto casa e non ci si sente in colpa a comprarla per strada da loschi individui.
Il mercato nero della bici è autoalimentato “non mi compro una bici nuova perché me la rubano sicuro quindi me la compro rubata per pochi soldi e me la ricompro quando me la ruberanno” il ragionamento non fa una piega dal punto di vista logico, ma idealmente? Comprare bici rubate è un po’ come rubarle.
La precarietà delle bici comprate in strada dissuade anche dagli investimenti in manutenzione, ci si ritrova quindi con dei ferrivecchi che sono a terra 3 mattine su 4 e che ci fanno vivere emozioni forti ogni volta che freniamo.
Gli stessi motivi spingono i meno amanti dei pedali a non convertirsi alla bicicletta.
Una valida soluzione è la bicicletta pieghevole. Nonostante sia da poco tempo che questa bicicletta speciale ha conquistato le nostre strade ha una storia molto lunga.
Nasce durante la seconda metà dell’800, è tanto vecchia da aver fatto la guerra. Gli eserciti europei erano infatti dotati di questi magici velocipedi. In Italia fu la Bianchi a vincere l’appalto e a fornire i nostri bersaglieri di leggere biciclette da portare in spalla.
Negli anni ’70 iniziano a spuntare delle piccole biciclette con un cardine a metà telaio, erano le Grazielle di Rinaldo Donzelli. In realtà ne sono piene le città, sono vecchie e in genere portano a cavallo degli studenti squattrinati ma personalmente mi sono stupito quando ho scoperto che erano delle antenate delle folding bicycle.
Oggi la scelta è enorme abbiamo diversi produttori, dai modelli semplici per chi preferisce spendere poco a quelli avanzati per i veri patiti.
I motivi per convertirsi al pieghevole sono innumerevoli:
Soprattutto nelle città universitarie il furto di biciclette è quasi un costume, non ci si meraviglia se non si trova più la bici legata al palo sotto casa e non ci si sente in colpa a comprarla per strada da loschi individui.
Il mercato nero della bici è autoalimentato “non mi compro una bici nuova perché me la rubano sicuro quindi me la compro rubata per pochi soldi e me la ricompro quando me la ruberanno” il ragionamento non fa una piega dal punto di vista logico, ma idealmente? Comprare bici rubate è un po’ come rubarle.
La precarietà delle bici comprate in strada dissuade anche dagli investimenti in manutenzione, ci si ritrova quindi con dei ferrivecchi che sono a terra 3 mattine su 4 e che ci fanno vivere emozioni forti ogni volta che freniamo.
Gli stessi motivi spingono i meno amanti dei pedali a non convertirsi alla bicicletta.
Una valida soluzione è la bicicletta pieghevole. Nonostante sia da poco tempo che questa bicicletta speciale ha conquistato le nostre strade ha una storia molto lunga.
Nasce durante la seconda metà dell’800, è tanto vecchia da aver fatto la guerra. Gli eserciti europei erano infatti dotati di questi magici velocipedi. In Italia fu la Bianchi a vincere l’appalto e a fornire i nostri bersaglieri di leggere biciclette da portare in spalla.
Negli anni ’70 iniziano a spuntare delle piccole biciclette con un cardine a metà telaio, erano le Grazielle di Rinaldo Donzelli. In realtà ne sono piene le città, sono vecchie e in genere portano a cavallo degli studenti squattrinati ma personalmente mi sono stupito quando ho scoperto che erano delle antenate delle folding bicycle.
Oggi la scelta è enorme abbiamo diversi produttori, dai modelli semplici per chi preferisce spendere poco a quelli avanzati per i veri patiti.
I motivi per convertirsi al pieghevole sono innumerevoli:
La bici pieghevole non si ruba!
Arrivato a destinazione la pieghi la monti in spalla e la porti con
te in casa, ufficio o al ristorante.
La bici pieghevole è comoda. Ha le
marce, un sellino confortevole, puoi riempirla di accessori salvavita
come le luci o il campanello e soprattutto FREEEEENA!!!
E’ trasportabile. Oltre che averla
sotto mano mentre sei in fila alle poste la puoi caricare su un
qualsiasi treno o bus come fosse un borsone e partire per un week end
a Torino o andare al mare Gallipoli. La bici pieghevole è quello che
ti manca per fare ecoturismo.
Inoltre un motivo fondamentale è che
la bici pieghevole è oggettivamente FIGHISSIMA!!!
Una volta che avete deciso di farvi
questo regalo la prima scelta è tra qualità e prezzo. La più
economica (siamo intorno ai 200€) la trovate da Decathlon ma
dovrete rinunciare alle marce, alla comodità di chiusura e alla
possibilità di portarla in mano dato che è priva del blocco che
tiene la bici chiusa quando la trasportate. Se saliamo di prezzo i
marchi che vi consiglio di tenere sott’occhio sono le americane
Dahon che vi permettono un buon compromesso tra qualità e prezzo
offrendovi una buona bici già con 400€. Se invece volete osare di
più personalmente vi consiglio di orientare la vostra attenzione
verso Londra e valutare una Bromton, sono più leggere, più agili in
chiusura e soprattutto hanno un sistema di traino da piegate, tipo
trolley per intenderci, che è un plus da non sottovalutare, ma il
prezzo lievita e siamo almeno sui 900€.
In generale gli aspetti da tenere in
considerazione nella scelta della bici pieghevole sono:
Peso: i vari modelli vanno dai 10kg ai
15kg. Pensate bene a quali sono le vostre necessità e abitudini (se
abitate al 5 piano senza ascensore ad esempio) e anche alla vostra
forza fisica. Pensate anche a l’uso che ne volete fare, se volete
portarla in viaggio o se la userete solo per andare in ufficio.
Praticità di chiusura: ogni modello
richiedere un tot di secondi per essere chiuso in base al numero di
parti mobili o se dotato o meno di un sistema di chiusura automatica.
Se avete bisogno di combinare la bici con l’uso dei mezzi pubblici
è bene che la vostra bici si chiuda il più velocemente possibile
altrimenti rischiate di perdere la metro.
Dimensione delle ruote: generalmente
sono due le misure più diffuse da 16” e da 20”. Ovviamente la
ruota più grande offre maggiore stabilità ma la bici piegata sarà
più ingombrante, quindi di nuovo dovete pensare alle vostre
necessità e abitudini, se pensate di piegarla molto spesso o meno.
In conclusione prima di iniziare la
ricerca della vostra bici pieghevole pensate bene all’uso che ne
farete, alle vostre abitudini e soprattutto a quanti soldini avete
nel salvadanaio.
Claudio
mercoledì 5 febbraio 2014
Arte Ciclabile
Bologna
1984. Presso l’allora Galleria Civica d’Arte
Moderna, l'avanguardia pittorica newyorckese sbarca nella città
felsinea con la mostra “Arte di frontiera. New York Graffiti” alla
quale parteciparono i protagonisti della Old School of New York tra
cui Kenny Scharf, Keith Haring, Crash, John Ahearn, A One, Toxic,
Jean-Michel Basquiat.
A
questo evento si è ricollegato idealmente e storicamente l'anno
passato il progetto “FRONTIER - La linea dello stile ” a cura di
Fabiola Naldi e Claudio Musso, organizzato da “ALL WRITE”
associazione culturale e patrocinato dal Comune di Bologna e dalla
Regione Emilia-Romagna.
Il
progetto è stato pianificato in due momenti complementari: il primo
è constato nella realizzazione delle tredici opere murali di
dimensione monumentale le quali hanno permesso non solo di
valorizzare le periferie della città ma anche di porre sotto gli
occhi di tutti il potere comunicativo ed estetico della Street Art e
del Writing proprio nello spazio urbano in cui sono fioriti e da cui
hanno da sempre tratto linfa vitale; il secondo momento si è basato
sull'approfondimento teorico e critico del Writing e della Street
Art, svoltosi durante un convegno internazionale ospitato dal MAMbo
.
Quartiere Porto |
Sempre
a Bologna il tema del Writing e della Street Art è stato ripreso
alla fiera d’arte indipendente “SetUp “durante
l’incontro “Renaming Places. StreetArt e rigenerazione urbana”
in cui si è discusso proprio sulla funzione di questi due generi
nella valorizzazione di quegli spazi suburbani notoriamente collegati
allo stereotipo di luoghi di disagio sociale degrado e abbandono.
Negli
ultimi anni si è senza dubbio infittito il dibattito sui graffiti
visti come simbolo di degrado cittadino, e allo stesso tempo come
opportunità di riqualificazione e sopratutto di espressività
urbana.
Bologna
è sicuramente la concretizzazione di questa controversia
apparentemente irrisolta fra opinione pubblica ed autorità, ora a
favore ed ora in contro, alternativamente, e che ha visto nel
capoluogo emiliano da un lato sorgere iniziative di promozione della
Street Art ampiamente condivise, mentre dall'altro ha visto
sollevarsi un nembo di dissenso specialmente verso l'operare degli
artisti: come non citare il ben noto caso di Alicè, alias Alice
Pasquini, multata da un vigile urbano per aver imbrattato un muro o
il caso dei condòmini di via Pier De' Crescenzi quando insorsero
contro i murales (autorizzati per Frontier fra l'altro) sui loro
palazzi. Ed invece dall'altra parte della barricata chi non ricorda
il caso del famosissimo murales di Blu del
centro sociale Xm24 di Bologna
, che sarebbe dovuto essere abbattuto per far spazio ad una rotonda
che alla fine è stato letteralmente salvato dalle proteste
collettive della popolazione?
In
questo articolo non ci occuperemo però di questa diatriba ancora
irrisolta, bensì in occasione dell'evento “Bici senza Frontiere”
vogliamo proporvi un itinerario turistico/artistico alternativo ,
forse un po' hipster ( anzi, senza dubbio!) da svolgere proprio in
bicicletta: quello dello Street Art tour.
Quartiere Bolognina |
Per
il Blog abbiamo intrapreso sfidando il freddo di fine Gennaio e le
intemperie il tour per le periferie bolognesi: Quartiere Porto,
Bolognina, San Donato, Fiera e poi quelli sparsi per il centro
storico fra un portico ed un altro!
In
2 pomeriggi si è riusciti a visitare tutti i siti più interessanti,
a poterli contemplare. Per l'itinerario ci siamo affidati ai consigli
che si possono trovare on-line, i percorsi possibili sono tantissimi.
Ecco qui quello che ci è piaciuto di più,
http://www.nuok.it/bulagna/bologna-street-art-tour-i-migliori-murales-della-citta/
anche se forse vale la pena ripeterlo più volte per riuscire a
scoprire anche le opere “minori” sparse per la città.
Questo
è sicuramente un modo per fare del turismo che unisca il piacere di
una bella e salutare pedalata in compagnia, un fine settimana ad
impatto 0 e senza spostamenti dispendiosi, l'opportunità ,
totalmente gratuita, di apprezzare un'espressione artistica che parla
di noi e delle grandi periferie delle nostre città e un modo per
conoscere e riscoprire il luogo nel quale abitiamo, per viverlo in
fine!
Del
nostro tour personale ci è piaciuto anche osservare quali sono state
le reazioni delle persone del quartiere: è stato incredibile per
esempio come un anziano signore, subito dopo essersi lamentato dei
lavori in corso in via Fioravanti che gli avrebbero fatto passare
uno stradone proprio sotto casa, abbia lodato e ricordato quasi con
“affetto” il lavoro del famosissimo Blu, o di come una
simpatica vecchina ci abbia spiegato, preparatissima sulla materia,
di come il murales in via Scipione del Ferro 21 di M-CITY racconti la
storia del suo quartiere e di quella ferrovia che l'attraversa; al
contrario siamo rimasti davvero sorpresi quando, mentre stavamo
ammirando i lavori di ERON e DOES in via Michele Colonna, alcuni
teenagers, pieni di piercing e collane dorate, pantaloni larghi più
del doppio della taglia e ovviamente incollati ai propri Smartphone,
si siano fermati a chiederci cosa stessimo facendo nel loro
quartiere, e sopratutto che cosa stessimo fotografando; noi gli
abbiamo risposto che eravamo venuti fin là per vedere le pareti
disegnate dai due Writer, ebbene, hanno alzato la testa e sono
rimasti senza parole: “Io questo non l'avevo mai notato, eppure ci
passo davanti tutti i giorni”(ovviamente le citazioni sono state
ampiamente ripulite da esclamazioni e slang vari che avrebbero potuto
offendere la sensibilità di alcuni lettori). Incredibile che non si
siano mai accorti dei monumentali murales che adornano il quartiere
dove vivono, che parlano col linguaggio del loro tempo, no?!
Proprio
su questo piccolo avvenimento mi sono fermato a riflettere e forse mi
ha aiutato ad apprezzare di più questa forma nuova ed alternativa di
fare un turismo, alla portata di tutti ma che allo stesso tempo
permette di dare forma e sostanza, identità ed umanità a quelle
aree della città che altrimenti risulterebbero dei non luoghi.Stefano
martedì 4 febbraio 2014
Intervista a Giovanni Simoni di Ri.Ciclo
In Via Urbana 10b a Bologna c'è una bottega un po' speciale dove Giovanni ripara e crea biciclette senza buttar via niente.
Ascoltiamo i consigli di Giovanni che in questo periodo di crisi ha saputo reinventarsi e rispolverare un lavoro che era sulla strada della scomparsa.
Seguite il suo lavoro su FB Ri.Ciclo
Ascoltiamo i consigli di Giovanni che in questo periodo di crisi ha saputo reinventarsi e rispolverare un lavoro che era sulla strada della scomparsa.
Seguite il suo lavoro su FB Ri.Ciclo
lunedì 3 febbraio 2014
La naturalezza del pedalare
Oggi parleremo della ora mai tanto chiacchierata, BICICLETTA A SCATTO FISSO, tentando di sciogliere i dubbi piu comuni e dare consigli utili per l'autocostruzione del mezzo.
La scatto fisso ha un meccanismo senza marce. Vi è un solo rapporto, ed è a presa diretta: per intenderci, i pedali e la ruota posteriore sono “fissi” fra loro per cui è impossibile ( sempre che non si voglia morire prematuramente o in gergo "skiddare") smettere di pedalare o pedalare al contrario. Per essere ancora più chiari, è un po' come camminare: se si cammina in avanti il corpo si muoverà in avanti, se si smette di camminare il corpo immediatamente si fermerà e se si cammina all'indietro il corpo conseguentemente si muoverà all'indietro. Scusate la spiegazione decisamente ovvia, ma mi permette di farvi capire al meglio quanto questo meccanismo, di scatto fisso, vi permetta di essere un tutt'uno con la vostra bicicletta e di quanto in realtà sia più “naturale” l'utilizzo di bici del genere (semplicemente non siamo abituati a farlo)
Spiegato il meccanismo della presa diretta si può quindi intuire come le bici a scatto fisso abbiano una pulizia estrema sia nella forma sia nella meccanica, addirittura l'impianto frenante non diventa indispensabile, poiché vi basterà smettere di pedalare per fermarvi ( ovviamente è sempre consigliabile inserire dei freni se si è alle prime armi). Questo, a mio avviso, è uno dei motivi per cui queste particolari biciclette sono ritornate in auge a metà dagli anni 2000 grazie ai corrieri espressi, i quali macinano chilometri su chilometri per consegnare lettere, pacchi e chi più ne ha più ne metta in metropoli ipertrafficate come New York, Milano, Londra e Tokyo . Innanzi tutto perché, come tutte le biciclette, sono estremamente agili nel traffico cittadino , in seconda analisi hanno bisogno di pochissima manutenzione, a parte ovviamente le eventuali forature, ma sopratutto perchè sono bici talmente essenziali da pesare poco, costare ancora meno ed essere facilmente montate da chi poi vorrà scorrazzare libero tra gli ingorghi di Manhattan.
Tutti noi, bene o male, sappiamo comè composta una bicicletta e sappiamo anche quanto sia, alla fine, abbastanza semplice da assemblare, è per questo che vorrei riuscire, con questo articolo, a spronarvi a costruire nel garage, in salotto, sul letto di camera vostra con le vostre mani una bicicletta a scatto fisso; fidatevi da uno che l’ha fatto, passato qualche giorno salterete giù dal letto la mattina con la voglia di sporcarvi le mani di grasso e di bestemmiare allegramente quando un pezzo non si monta a dovere sul telaio. Per questione di tempo farò fatica a spiegarvi passo passo il montaggio di una bici a scatto fisso, ma potete sempre contare sul nostro benamato YOUTUBE e i suoi tutorial o magari su manuali facilmente reperibili in libreria, qui vorrei elencarvi 3 semplici consigli utili che vi potranno semplificare la vita durante il progetto:
CONSIGLIO N.1
Come tutti i progetti che si rispettino, prima di iniziare a comprare e costruire, PROGRAMMATE PRIMA IL TUTTO, STILANDO LA LISTA DEI PEZZI E DEGLI ATTREZZI CHE VI SERVIRANNO, IL TOTALE DELLE SPESE( lasciando sempre uno po' di soldini per gli imprevisti che, come è giusto che sia, fidatevi capiteranno) E UN IDEA GENERALE DI COME ESTETICAMENTE VORRETE LA BICI. sembra un consiglio del cazzo, ma vi potrà capitare che durante il montaggio della forcella vi sarete dimenticati di ordinare la serie sterzo (e li ci si incazza facili) oppure che il sellino che avete preso sta veramente di merda con il colore delle ruote. PROGRAMMARE AIUTA!! dato che vi voglio bene questa è lista completa dei pezzi che dovrete avere per costruire una bici a scatto fisso: - telaio e forcella - movimento centrale ( che deve essere scelto in base alla filettatura del telaio, francese o inglese) - guarnitura - pedali ( con fascette) - catena ( per bici a una velocità) - pignone (fisso) - ruote - camere d’aria - copertoncini - reggisella - sella - serie sterzo – ahead (oppure pipa) - manubrio.
CONSIGLIO N.2
NON SOTTOVALUTATE DETERMINATI PEZZI DELLA BICI, molto spesso si tende a spendere tanto per cazzate estetiche e molto poco su pezzi che vengono ritenuti (dato che non si vedono o si vedono poco) inutili. Quindi se prendete il movimento centrale made in china dal vostro fruttivendolo e fate fare la verniciatura da Kat Von D, non dite che non ve l’avevo detto quando vi ritroverete culi a terra perché il movimento centrale si è sciolto dopo aver pedalato sotto un’alluvione. Chiaramente esagero, però dato che i pezzi che si logorano su una bici (sopratutto scatto fisso) sono pochi, STATE ATTENTI A QUEI POCHI!! e dato che vi voglio veramente troppo bene i pezzi da tenere d’occhio sono: movimento centrale , mozzi delle ruote, guarnitura E LA MISURA DEL TELAIO!!
CONSIGLIO N.3
Il consiglio numero 3 è quello a cui tengo di più, perché dopo aver costruito la bicicletta ( che sia a scatto fisso o single speed o una graziella fuxia) e averci quindi passato ore al suo fianco a sporcarvi di grasso le mani, a ordinare pezzi al telefono a un vecchio biciclettaio sordo, a incazzarvi perché il tubo reggisella era della misura sbagliata, FATE UN PASSO INDIETRO E GUARDATELA, guardatela come si guarda un bambino appena nato, immaginatevi le belle scampagnate nei giorni tiepidi di primavera e la velocità con cui riuscirete a sfiorare macchine imbottigliate in un pesante traffico e datevi una bella pacca sulla spalla perché avete appena costruito un mezzo che nel bene o nel male vi renderà più LIBERI E DECISAMENTE FELICI, anche quando sarete culo a terra dopo che il vostro movimento centrale da 4 soldi si sarà sciolto sotto la pioggia.
ELLEPI
La scatto fisso ha un meccanismo senza marce. Vi è un solo rapporto, ed è a presa diretta: per intenderci, i pedali e la ruota posteriore sono “fissi” fra loro per cui è impossibile ( sempre che non si voglia morire prematuramente o in gergo "skiddare") smettere di pedalare o pedalare al contrario. Per essere ancora più chiari, è un po' come camminare: se si cammina in avanti il corpo si muoverà in avanti, se si smette di camminare il corpo immediatamente si fermerà e se si cammina all'indietro il corpo conseguentemente si muoverà all'indietro. Scusate la spiegazione decisamente ovvia, ma mi permette di farvi capire al meglio quanto questo meccanismo, di scatto fisso, vi permetta di essere un tutt'uno con la vostra bicicletta e di quanto in realtà sia più “naturale” l'utilizzo di bici del genere (semplicemente non siamo abituati a farlo)
Spiegato il meccanismo della presa diretta si può quindi intuire come le bici a scatto fisso abbiano una pulizia estrema sia nella forma sia nella meccanica, addirittura l'impianto frenante non diventa indispensabile, poiché vi basterà smettere di pedalare per fermarvi ( ovviamente è sempre consigliabile inserire dei freni se si è alle prime armi). Questo, a mio avviso, è uno dei motivi per cui queste particolari biciclette sono ritornate in auge a metà dagli anni 2000 grazie ai corrieri espressi, i quali macinano chilometri su chilometri per consegnare lettere, pacchi e chi più ne ha più ne metta in metropoli ipertrafficate come New York, Milano, Londra e Tokyo . Innanzi tutto perché, come tutte le biciclette, sono estremamente agili nel traffico cittadino , in seconda analisi hanno bisogno di pochissima manutenzione, a parte ovviamente le eventuali forature, ma sopratutto perchè sono bici talmente essenziali da pesare poco, costare ancora meno ed essere facilmente montate da chi poi vorrà scorrazzare libero tra gli ingorghi di Manhattan.
http://www.biascagne-cicli.it/ |
CONSIGLIO N.1
Come tutti i progetti che si rispettino, prima di iniziare a comprare e costruire, PROGRAMMATE PRIMA IL TUTTO, STILANDO LA LISTA DEI PEZZI E DEGLI ATTREZZI CHE VI SERVIRANNO, IL TOTALE DELLE SPESE( lasciando sempre uno po' di soldini per gli imprevisti che, come è giusto che sia, fidatevi capiteranno) E UN IDEA GENERALE DI COME ESTETICAMENTE VORRETE LA BICI. sembra un consiglio del cazzo, ma vi potrà capitare che durante il montaggio della forcella vi sarete dimenticati di ordinare la serie sterzo (e li ci si incazza facili) oppure che il sellino che avete preso sta veramente di merda con il colore delle ruote. PROGRAMMARE AIUTA!! dato che vi voglio bene questa è lista completa dei pezzi che dovrete avere per costruire una bici a scatto fisso: - telaio e forcella - movimento centrale ( che deve essere scelto in base alla filettatura del telaio, francese o inglese) - guarnitura - pedali ( con fascette) - catena ( per bici a una velocità) - pignone (fisso) - ruote - camere d’aria - copertoncini - reggisella - sella - serie sterzo – ahead (oppure pipa) - manubrio.
CONSIGLIO N.2
NON SOTTOVALUTATE DETERMINATI PEZZI DELLA BICI, molto spesso si tende a spendere tanto per cazzate estetiche e molto poco su pezzi che vengono ritenuti (dato che non si vedono o si vedono poco) inutili. Quindi se prendete il movimento centrale made in china dal vostro fruttivendolo e fate fare la verniciatura da Kat Von D, non dite che non ve l’avevo detto quando vi ritroverete culi a terra perché il movimento centrale si è sciolto dopo aver pedalato sotto un’alluvione. Chiaramente esagero, però dato che i pezzi che si logorano su una bici (sopratutto scatto fisso) sono pochi, STATE ATTENTI A QUEI POCHI!! e dato che vi voglio veramente troppo bene i pezzi da tenere d’occhio sono: movimento centrale , mozzi delle ruote, guarnitura E LA MISURA DEL TELAIO!!
CONSIGLIO N.3
Il consiglio numero 3 è quello a cui tengo di più, perché dopo aver costruito la bicicletta ( che sia a scatto fisso o single speed o una graziella fuxia) e averci quindi passato ore al suo fianco a sporcarvi di grasso le mani, a ordinare pezzi al telefono a un vecchio biciclettaio sordo, a incazzarvi perché il tubo reggisella era della misura sbagliata, FATE UN PASSO INDIETRO E GUARDATELA, guardatela come si guarda un bambino appena nato, immaginatevi le belle scampagnate nei giorni tiepidi di primavera e la velocità con cui riuscirete a sfiorare macchine imbottigliate in un pesante traffico e datevi una bella pacca sulla spalla perché avete appena costruito un mezzo che nel bene o nel male vi renderà più LIBERI E DECISAMENTE FELICI, anche quando sarete culo a terra dopo che il vostro movimento centrale da 4 soldi si sarà sciolto sotto la pioggia.
domenica 2 febbraio 2014
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