venerdì 7 febbraio 2014

Intervista a Marina Girardi

Cantastoriessa, pittrice ed illustratrice, disegnatrice di fumetti sulle due ruote: Marina Girardi ci racconta il suo iter artistico pedalata dopo pedalata!






Il Blog di Marina :
 www.magira.altervista.org/

Seguite il progetto  "NOMADISEGNI" di Marina Girardi che 
insieme a Rocco Lombardi <<sono in viaggio di storie nascoste dentro al paesaggio>> :
http://www.magira.altervista.org/category/nomadisegni/



giovedì 6 febbraio 2014

Keep calm and fold your bike

Quando decidiamo di comprare una bici il primo dilemma è: rubata o non rubata?

Soprattutto nelle città universitarie il furto di biciclette è quasi un costume, non ci si meraviglia se non si trova più la bici legata al palo sotto casa e non ci si sente in colpa a comprarla per strada da loschi individui.



Il mercato nero della bici è autoalimentato “non mi compro una bici nuova perché me la rubano sicuro quindi me la compro rubata per pochi soldi e me la ricompro quando me la ruberanno” il ragionamento non fa una piega dal punto di vista logico, ma idealmente? Comprare bici rubate è un po’ come rubarle.

La precarietà delle bici comprate in strada dissuade anche dagli investimenti in manutenzione, ci si ritrova quindi con dei ferrivecchi che sono a terra 3 mattine su 4 e che ci fanno vivere emozioni forti ogni volta che freniamo.

Gli stessi motivi spingono i meno amanti dei pedali a non convertirsi alla bicicletta.

Una valida soluzione è la bicicletta pieghevole. Nonostante sia da poco tempo che questa bicicletta speciale ha conquistato le nostre strade ha una storia molto lunga.

Nasce durante la seconda metà dell’800, è tanto vecchia da aver fatto la guerra. Gli eserciti europei erano infatti dotati di questi magici velocipedi. In Italia fu la Bianchi a vincere l’appalto e a fornire i nostri bersaglieri di leggere biciclette da portare in spalla.



Negli anni ’70 iniziano a spuntare delle piccole biciclette con un cardine a metà telaio, erano le Grazielle di Rinaldo Donzelli. In realtà ne sono piene le città, sono vecchie e in genere portano a cavallo degli studenti squattrinati ma personalmente mi sono stupito quando ho scoperto che erano delle antenate delle folding bicycle.

Oggi la scelta è enorme abbiamo diversi produttori, dai modelli semplici per chi preferisce spendere poco a quelli avanzati per i veri patiti.

I motivi per convertirsi al pieghevole sono innumerevoli:

La bici pieghevole non si ruba! Arrivato a destinazione la pieghi la monti in spalla e la porti con te in casa, ufficio o al ristorante.

La bici pieghevole è comoda. Ha le marce, un sellino confortevole, puoi riempirla di accessori salvavita come le luci o il campanello e soprattutto FREEEEENA!!!

E’ trasportabile. Oltre che averla sotto mano mentre sei in fila alle poste la puoi caricare su un qualsiasi treno o bus come fosse un borsone e partire per un week end a Torino o andare al mare Gallipoli. La bici pieghevole è quello che ti manca per fare ecoturismo.

Inoltre un motivo fondamentale è che la bici pieghevole è oggettivamente FIGHISSIMA!!!

Una volta che avete deciso di farvi questo regalo la prima scelta è tra qualità e prezzo. La più economica (siamo intorno ai 200€) la trovate da Decathlon ma dovrete rinunciare alle marce, alla comodità di chiusura e alla possibilità di portarla in mano dato che è priva del blocco che tiene la bici chiusa quando la trasportate. Se saliamo di prezzo i marchi che vi consiglio di tenere sott’occhio sono le americane Dahon che vi permettono un buon compromesso tra qualità e prezzo offrendovi una buona bici già con 400€. Se invece volete osare di più personalmente vi consiglio di orientare la vostra attenzione verso Londra e valutare una Bromton, sono più leggere, più agili in chiusura e soprattutto hanno un sistema di traino da piegate, tipo trolley per intenderci, che è un plus da non sottovalutare, ma il prezzo lievita e siamo almeno sui 900€.



In generale gli aspetti da tenere in considerazione nella scelta della bici pieghevole sono:

Peso: i vari modelli vanno dai 10kg ai 15kg. Pensate bene a quali sono le vostre necessità e abitudini (se abitate al 5 piano senza ascensore ad esempio) e anche alla vostra forza fisica. Pensate anche a l’uso che ne volete fare, se volete portarla in viaggio o se la userete solo per andare in ufficio.

Praticità di chiusura: ogni modello richiedere un tot di secondi per essere chiuso in base al numero di parti mobili o se dotato o meno di un sistema di chiusura automatica. Se avete bisogno di combinare la bici con l’uso dei mezzi pubblici è bene che la vostra bici si chiuda il più velocemente possibile altrimenti rischiate di perdere la metro.

Dimensione delle ruote: generalmente sono due le misure più diffuse da 16” e da 20”. Ovviamente la ruota più grande offre maggiore stabilità ma la bici piegata sarà più ingombrante, quindi di nuovo dovete pensare alle vostre necessità e abitudini, se pensate di piegarla molto spesso o meno.

In conclusione prima di iniziare la ricerca della vostra bici pieghevole pensate bene all’uso che ne farete, alle vostre abitudini e soprattutto a quanti soldini avete nel salvadanaio.

Claudio


mercoledì 5 febbraio 2014

Arte Ciclabile

Bologna 1984. Presso l’allora Galleria Civica d’Arte Moderna, l'avanguardia pittorica newyorckese sbarca nella città felsinea con la mostra “Arte di frontiera. New York Graffiti” alla quale parteciparono i protagonisti della Old School of New York tra cui Kenny Scharf, Keith Haring, Crash, John Ahearn, A One, Toxic, Jean-Michel Basquiat.
A questo evento si è ricollegato idealmente e storicamente l'anno passato il progetto “FRONTIER - La linea dello stile ” a cura di Fabiola Naldi e Claudio Musso, organizzato da “ALL WRITE” associazione culturale e patrocinato dal Comune di Bologna e dalla Regione Emilia-Romagna.

Il progetto è stato pianificato in due momenti complementari: il primo è constato nella realizzazione delle tredici opere murali di dimensione monumentale le quali hanno permesso non solo di valorizzare le periferie della città ma anche di porre sotto gli occhi di tutti il potere comunicativo ed estetico della Street Art e del Writing proprio nello spazio urbano in cui sono fioriti e da cui hanno da sempre tratto linfa vitale; il secondo momento si è basato sull'approfondimento teorico e critico del Writing e della Street Art, svoltosi durante un convegno internazionale ospitato dal MAMbo .
Quartiere Porto
Sempre a Bologna il tema del Writing e della Street Art è stato ripreso alla fiera d’arte indipendente “SetUp “durante l’incontro “Renaming Places. StreetArt e rigenerazione urbana” in cui si è discusso proprio sulla funzione di questi due generi nella valorizzazione di quegli spazi suburbani notoriamente collegati allo stereotipo di luoghi di disagio sociale degrado e abbandono.

Negli ultimi anni si è senza dubbio infittito il dibattito sui graffiti visti come simbolo di degrado cittadino, e allo stesso tempo come opportunità di riqualificazione e sopratutto di espressività urbana.
Bologna è sicuramente la concretizzazione di questa controversia apparentemente irrisolta fra opinione pubblica ed autorità, ora a favore ed ora in contro, alternativamente, e che ha visto nel capoluogo emiliano da un lato sorgere iniziative di promozione della Street Art ampiamente condivise, mentre dall'altro ha visto sollevarsi un nembo di dissenso specialmente verso l'operare degli artisti: come non citare il ben noto caso di Alicè, alias Alice Pasquini, multata da un vigile urbano per aver imbrattato un muro o il caso dei condòmini di via Pier De' Crescenzi quando insorsero contro i murales (autorizzati per Frontier fra l'altro) sui loro palazzi. Ed invece dall'altra parte della barricata chi non ricorda il caso del famosissimo murales di Blu del centro sociale Xm24 di Bologna , che sarebbe dovuto essere abbattuto per far spazio ad una rotonda che alla fine è stato letteralmente salvato dalle proteste collettive della popolazione?

In questo articolo non ci occuperemo però di questa diatriba ancora irrisolta, bensì in occasione dell'evento “Bici senza Frontiere” vogliamo proporvi un itinerario turistico/artistico alternativo , forse un po' hipster ( anzi, senza dubbio!) da svolgere proprio in bicicletta: quello dello Street Art tour.
Quartiere Bolognina

Per il Blog abbiamo intrapreso sfidando il freddo di fine Gennaio e le intemperie il tour per le periferie bolognesi: Quartiere Porto, Bolognina, San Donato, Fiera e poi quelli sparsi per il centro storico fra un portico ed un altro!
In 2 pomeriggi si è riusciti a visitare tutti i siti più interessanti, a poterli contemplare. Per l'itinerario ci siamo affidati ai consigli che si possono trovare on-line, i percorsi possibili sono tantissimi. Ecco qui quello che ci è piaciuto di più, http://www.nuok.it/bulagna/bologna-street-art-tour-i-migliori-murales-della-citta/ anche se forse vale la pena ripeterlo più volte per riuscire a scoprire anche le opere “minori” sparse per la città.

Questo è sicuramente un modo per fare del turismo che unisca il piacere di una bella e salutare pedalata in compagnia, un fine settimana ad impatto 0 e senza spostamenti dispendiosi, l'opportunità , totalmente gratuita, di apprezzare un'espressione artistica che parla di noi e delle grandi periferie delle nostre città e un modo per conoscere e riscoprire il luogo nel quale abitiamo, per viverlo in fine!

Del nostro tour personale ci è piaciuto anche osservare quali sono state le reazioni delle persone del quartiere: è stato incredibile per esempio come un anziano signore, subito dopo essersi lamentato dei lavori in corso in via Fioravanti che gli avrebbero fatto passare uno stradone proprio sotto casa, abbia lodato e ricordato quasi con “affetto” il lavoro del famosissimo Blu, o di come una simpatica vecchina ci abbia spiegato, preparatissima sulla materia, di come il murales in via Scipione del Ferro 21 di M-CITY racconti la storia del suo quartiere e di quella ferrovia che l'attraversa; al contrario siamo rimasti davvero sorpresi quando, mentre stavamo ammirando i lavori di ERON e DOES in via Michele Colonna, alcuni teenagers, pieni di piercing e collane dorate, pantaloni larghi più del doppio della taglia e ovviamente incollati ai propri Smartphone, si siano fermati a chiederci cosa stessimo facendo nel loro quartiere, e sopratutto che cosa stessimo fotografando; noi gli abbiamo risposto che eravamo venuti fin là per vedere le pareti disegnate dai due Writer, ebbene, hanno alzato la testa e sono rimasti senza parole: “Io questo non l'avevo mai notato, eppure ci passo davanti tutti i giorni”(ovviamente le citazioni sono state ampiamente ripulite da esclamazioni e slang vari che avrebbero potuto offendere la sensibilità di alcuni lettori). Incredibile che non si siano mai accorti dei monumentali murales che adornano il quartiere dove vivono, che parlano col linguaggio del loro tempo, no?!

Quartiere San Donato

Proprio su questo piccolo avvenimento mi sono fermato a riflettere e forse mi ha aiutato ad apprezzare di più questa forma nuova ed alternativa di fare un turismo, alla portata di tutti ma che allo stesso tempo permette di dare forma e sostanza, identità ed umanità a quelle aree della città che altrimenti risulterebbero dei non luoghi.

Stefano 

martedì 4 febbraio 2014

Intervista a Giovanni Simoni di Ri.Ciclo

In Via Urbana 10b a Bologna c'è una bottega un po' speciale dove Giovanni ripara e crea biciclette senza buttar via niente.

 Ascoltiamo i consigli di Giovanni che in questo periodo di crisi ha saputo reinventarsi e rispolverare un lavoro che era sulla strada della scomparsa.


Seguite il suo lavoro su FB Ri.Ciclo

lunedì 3 febbraio 2014

La naturalezza del pedalare

Oggi parleremo della ora mai tanto chiacchierata, BICICLETTA A SCATTO FISSO, tentando di sciogliere i dubbi piu comuni e dare consigli utili per l'autocostruzione del mezzo.



La scatto fisso ha un meccanismo senza marce. Vi è un solo rapporto, ed è a presa diretta: per intenderci, i pedali e la ruota posteriore sono “fissi” fra loro per cui è impossibile ( sempre che non si voglia morire prematuramente o in gergo "skiddare") smettere di pedalare o pedalare al contrario. Per essere ancora più chiari, è un po' come camminare: se si cammina in avanti il corpo si muoverà in avanti, se si smette di camminare il corpo immediatamente si fermerà e se si cammina all'indietro il corpo conseguentemente si muoverà all'indietro. Scusate la spiegazione decisamente ovvia, ma mi permette di farvi capire al meglio quanto questo meccanismo, di scatto fisso, vi permetta di essere un tutt'uno con la vostra bicicletta e di quanto in realtà sia più “naturale” l'utilizzo di bici del genere (semplicemente non siamo abituati a farlo)

Spiegato il meccanismo della presa diretta si può quindi intuire come le bici a scatto fisso abbiano una pulizia estrema sia nella forma sia nella meccanica, addirittura l'impianto frenante non diventa indispensabile, poiché vi basterà smettere di pedalare per fermarvi ( ovviamente è sempre consigliabile inserire dei freni se si è alle prime armi). Questo, a mio avviso, è uno dei motivi per cui queste particolari biciclette sono ritornate in auge a metà dagli anni 2000 grazie ai corrieri espressi, i quali macinano chilometri su chilometri per consegnare lettere, pacchi e chi più ne ha più ne metta in metropoli ipertrafficate come New York, Milano, Londra e Tokyo . Innanzi tutto perché, come tutte le biciclette, sono estremamente agili nel traffico cittadino , in seconda analisi hanno bisogno di pochissima manutenzione, a parte ovviamente le eventuali forature, ma sopratutto perchè sono bici talmente essenziali da pesare poco, costare ancora meno ed essere facilmente montate da chi poi vorrà scorrazzare libero tra gli ingorghi di Manhattan.

http://www.biascagne-cicli.it/
Tutti noi, bene o male, sappiamo comè composta una bicicletta e sappiamo anche quanto sia, alla fine, abbastanza semplice da assemblare, è per questo che vorrei riuscire, con questo articolo, a spronarvi a costruire nel garage, in salotto, sul letto di camera vostra con le vostre mani una bicicletta a scatto fisso; fidatevi da uno che l’ha fatto, passato qualche giorno salterete giù dal letto la mattina con la voglia di sporcarvi le mani di grasso e di bestemmiare allegramente quando un pezzo non si monta a dovere sul telaio. Per questione di tempo farò fatica a spiegarvi passo passo il montaggio di una bici a scatto fisso, ma potete sempre contare sul nostro benamato YOUTUBE e i suoi tutorial o magari su manuali facilmente reperibili in libreria, qui vorrei elencarvi 3 semplici consigli utili che vi potranno semplificare la vita durante il progetto:

CONSIGLIO N.1
Come tutti i progetti che si rispettino, prima di iniziare a comprare e costruire, PROGRAMMATE PRIMA IL TUTTO, STILANDO LA LISTA DEI PEZZI E DEGLI ATTREZZI CHE VI SERVIRANNO, IL TOTALE DELLE SPESE( lasciando sempre uno po' di soldini per gli imprevisti che, come è giusto che sia, fidatevi capiteranno) E UN IDEA GENERALE DI COME ESTETICAMENTE VORRETE LA BICI. sembra un consiglio del cazzo, ma vi potrà capitare che durante il montaggio della forcella vi sarete dimenticati di ordinare la serie sterzo (e li ci si incazza facili) oppure che il sellino che avete preso sta veramente di merda con il colore delle ruote. PROGRAMMARE AIUTA!! dato che vi voglio bene questa è lista completa dei pezzi che dovrete avere per costruire una bici a scatto fisso: - telaio e forcella - movimento centrale ( che deve essere scelto in base alla filettatura del telaio, francese o inglese) - guarnitura - pedali ( con fascette) - catena ( per bici a una velocità) - pignone (fisso) - ruote - camere d’aria - copertoncini - reggisella - sella - serie sterzo – ahead (oppure pipa) - manubrio.

CONSIGLIO N.2
NON SOTTOVALUTATE DETERMINATI PEZZI DELLA BICI, molto spesso si tende a spendere tanto per cazzate estetiche e molto poco su pezzi che vengono ritenuti (dato che non si vedono o si vedono poco) inutili. Quindi se prendete il movimento centrale made in china dal vostro fruttivendolo e fate fare la verniciatura da Kat Von D, non dite che non ve l’avevo detto quando vi ritroverete culi a terra perché il movimento centrale si è sciolto dopo aver pedalato sotto un’alluvione. Chiaramente esagero, però dato che i pezzi che si logorano su una bici (sopratutto scatto fisso) sono pochi, STATE ATTENTI A QUEI POCHI!! e dato che vi voglio veramente troppo bene i pezzi da tenere d’occhio sono: movimento centrale , mozzi delle ruote, guarnitura E LA MISURA DEL TELAIO!!

 CONSIGLIO N.3
Il consiglio numero 3 è quello a cui tengo di più, perché dopo aver costruito la bicicletta ( che sia a scatto fisso o single speed o una graziella fuxia) e averci quindi passato ore al suo fianco a sporcarvi di grasso le mani, a ordinare pezzi al telefono a un vecchio biciclettaio sordo, a incazzarvi perché il tubo reggisella era della misura sbagliata, FATE UN PASSO INDIETRO E GUARDATELA, guardatela come si guarda un bambino appena nato, immaginatevi le belle scampagnate nei giorni tiepidi di primavera e la velocità con cui riuscirete a sfiorare macchine imbottigliate in un pesante traffico e datevi una bella pacca sulla spalla perché avete appena costruito un mezzo che nel bene o nel male vi renderà più LIBERI E DECISAMENTE FELICI, anche quando sarete culo a terra dopo che il vostro movimento centrale da 4 soldi si sarà sciolto sotto la pioggia.




ELLEPI