mercoledì 23 ottobre 2013

The American Nightmare

Dal 2007 siamo naufraghi in una crisi che neanche ci appartiene. E’ noto come l’origine dei problemi siano gli indebitamenti delle famiglie americane, bisognose di SUV e villini con piscina. La domanda da porsi è “PERCHE’?” Perché negli Stati Uniti i cittadini sono arrivati a contrarre così tanti debiti?

La cultura americana è fortemente materialista, tende a confondere la felicità con il possesso di beni e ricchezze. 
Il sociologo Stefano Bartolini parla di NEG (Negative Endogenous Growth, Crescita Endogena Negativa) come la causa del rapporto indirettamente proporzionale tra la crescita economica e quella relazionale. 
La nazione a stelle e strisce sembra essere stata costruita proprio su questo principio, da vari punti di vista: dalla politica all’urbanistica, dall’istruzione alla sanità.
The American Dream is over.


Immaginate la tipica location di un telefilm americano: quartiere residenziale, case di almeno due piani, prati verdi, piscina e macchina d’importazione tedesca sfoggiata nel vialetto. Si definisce quartiere a bassa densità. Questi bei quartieri sono una delle ragioni dell’indebolimento del tessuto relazionale delle città americane. Sono spesso molto lontani dai centri cittadini e dalle necessità quotidiane. Le reti di trasporti pubblici non vengono rese efficienti: essendo bassa la densità urbana ci sarà meno utenza rispetto alla capienza del mezzo, quindi il servizio viene ridotto. In realtà di utenza ce n’è tanta, ma raccolta in luoghi d’interesse diversi. Gli abitanti sono spinti a comprare più macchine, quindi il governo costruisce più strade ancora più grandi, così però investe meno nel trasposto pubblico che diventa ancora meno efficiente, dunque anche chi non può permetterselo è costretto a comprare un auto, allora tocca lavorare di più, però così non si ha più tempo da condividere con gli altri, dunque si lavora ancora di più. Mi gira la testa.

C’è da dire che il popolo degli hot-dog è lo stesso dei paragoni, per cui si sbircia il giardino del vicino che è inevitabilmente più verde. Quindi non basta comprare la macchina, è importante anche che sia più bella e costosa di quella del collega. Lo stesso discorso vale per le scarpe che indossa la modella della pubblicità.

In Europa gran parte delle città è caratterizzata da un centro urbano, in genere chiuso al traffico, che si stende a partire da ampie piazze, l’Agorà.
Le grandi strade americane sono invece pensate per le innumerevoli automobili che le intasano ogni giorno, non per due amici che intendono fare due chiacchiere passeggiando, per quello c’è la caffetteria dietro l’angolo.
Se riflettiamo su quanto si spende in media in una settimana per stare con gli altri ci rendiamo conto di quanto sia salato il “costo relazionale”. Dai nonni abbiamo imparato che esistono giochi da fare con un semplice sasso o con una corda. I genitori ci raccontano di sabato sera passati a casa con amici a ridere e ascoltare dischi.
Se penso a quanto spendo per passare del tempo con gli altri potrei decidere di farmi un bel bassethound di razza, nonostante la spesa d’acquisto, il veterinario e gli accessori vari probabilmente andrei a risparmiare un bel gruzzolo. Prendere un caffè al bar in piazza, andare a mangiare una pizza in trattoria, una birra al pub o un mojito in spiaggia. Stare con gli altri oggi non costa poco.
I luoghi relazionali tipici di una società non basata sui consumi, come parchi e piazze, vengono messi sempre più in ombra da: centri commerciali, palestre, beauty farms e discoteche.
E’ importante difendere, rispettare e potenziare quelli spazi che ci appartengono in quanto cittadini, per i quali non dobbiamo pagare nessun canone.

Il comun denominatore di tutti le problematiche di quell’affollata società è lavorare – guadagnare – comprare. Il paradosso sta nel fatto che lavorando così tanto non si ha più tempo per stare con gli altri il che spinge a lavorare più ancora. Risultato: la crescita economica.

Liberty Island, Lady Liberty, se la menano tanto sulla libertà ma in fondo non mi sembrano così free. 

La televisione offre ogni giorno un nemico della Libertà contro il quale i cittadini devono allearsi, il Governo sa bene come si guida un popolo. In strada si vedono tanti SUV con i vetri oscurati, telecamere puntate su ogni portone, antifurti, serrature e pistole in tasca. Il cittadino deve sempre sentirsi protetto dal Nemico della Nazione, il calcio della pistola in mano da una grande sicurezza. Si sente meno sicuro, invece, il ragazzino che si vede un pistola puntata in faccia dal compagno di banco, figlio di quello che si sentiva più sicuro con la pistola in tasta.
Slogan pubblicitario per gli zaini antiproiettile della Bulletblocker
La madre dell’altra ragazzina della classe decide allora di comprare uno zaino antiproiettile per l’incolumità della figlia. Pare che nel Paese di Lady Liberty se ne producano tanti di questi zaini e sembra che non siano manco brutti, ce ne sono di tutti i tipi sia per bambini che per bambine. Se qualche mamma o papà fosse interessato all’acquisto sul sito della Bulletblocker, se guardate in basso a destra c’è la specifica area prodotti “School Safety”

“Zaini antiproiettile per bambini”, solo a me suona strano?!

Dato che globalizzazione in fondo significa anche un po’ “americanizzazione” è bene che nel vecchio continente ci si guardi bene dal fare la stessa fine. Se non facciamo attenzione ci troveremo in concessionaria a guardare le auto con vetri antiproiettile in men che non si dica. L’alternativa c’è, siamo noi.

Voglio concludere questo pensiero con la voce di qualcun altro che ha trovato le parole giuste per spiegare la chiave del futuro 

Mai dubitare che un piccolo gruppo di cittadini consapevoli e attenti possa cambiare il Mondo: è sempre stato l’unico modo per farlo. 
Margaret Mead

Claudio

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