Non tutti sanno che in Via Gandusio, nel quartiere San Donato di Bologna a due passi dal B.U.C.O. su due dei tetti più alti della via stanno crescendo piantine di cavoli e radicchi. Alzando in naso all’insù all’altezza dei numeri civici 6 e 12 si possono notare delle piante che fanno capolino dal parapetto del terrazzo al 10° piano. Quello che accade lì su è un progetto gestito da Biodivercity, un’associazione nata nel 2005 dall’unione delle forze di alcuni studenti e ricercatori dell’ex Facoltà di Agraria dell’Università di Bologna.
Il progetto iniziò nel 2011 sul numero 10 di Via Gandusio
con un sistema idroponico e l’utilizzo di bottiglie di plastica riciclate. Dopo
diverse lamentele di alcuni condomini il primo orto è stato abbandonato ma non
l’idea di offrire ai condomini di Via Gandusio un posto nuovo dove poter
coltivare il proprio cibo e soprattutto socializzare. Grazie ad altri fondi del
Comune di Bologna nel 2012 il progetto si sposta sui numeri civici 6 e 12 dove
tuttora, anche dopo la fine dei fondi e del progetto, i condomini continuano a
curare il loro orto-tetto creando momenti di socializzazione e eventi musicali
aperti ai cittadini. E’ nata una vera e propria minicomunità che, organizzata
in turni, si prende cura delle coltivazioni e raccoglie i rifiuti organici del
palazzo per riciclarli nel proprio macchinario per il compostaggio. Spesso la
produzione eccede la richiesta e i prodotti “del tetto” vengono distribuiti tra
quei condomini che per un motivo o per un altro non possono partecipare praticamente
alla cura dell’orto.
Un progetto con un incredibile valore sociale oltre che
pratico. In una zona da sempre affetta da un forte degrado come San Donato
risultati come quelli ottenuti da questo progetto pongono forti basi per un
solido substrato sociale che sarà sicuramente in grado di sconfiggere le
difficoltà e riappropriarsi del proprio quartiere per rendergli l’onore che
merita.
Claudio