mercoledì 5 febbraio 2014

Arte Ciclabile

Bologna 1984. Presso l’allora Galleria Civica d’Arte Moderna, l'avanguardia pittorica newyorckese sbarca nella città felsinea con la mostra “Arte di frontiera. New York Graffiti” alla quale parteciparono i protagonisti della Old School of New York tra cui Kenny Scharf, Keith Haring, Crash, John Ahearn, A One, Toxic, Jean-Michel Basquiat.
A questo evento si è ricollegato idealmente e storicamente l'anno passato il progetto “FRONTIER - La linea dello stile ” a cura di Fabiola Naldi e Claudio Musso, organizzato da “ALL WRITE” associazione culturale e patrocinato dal Comune di Bologna e dalla Regione Emilia-Romagna.

Il progetto è stato pianificato in due momenti complementari: il primo è constato nella realizzazione delle tredici opere murali di dimensione monumentale le quali hanno permesso non solo di valorizzare le periferie della città ma anche di porre sotto gli occhi di tutti il potere comunicativo ed estetico della Street Art e del Writing proprio nello spazio urbano in cui sono fioriti e da cui hanno da sempre tratto linfa vitale; il secondo momento si è basato sull'approfondimento teorico e critico del Writing e della Street Art, svoltosi durante un convegno internazionale ospitato dal MAMbo .
Quartiere Porto
Sempre a Bologna il tema del Writing e della Street Art è stato ripreso alla fiera d’arte indipendente “SetUp “durante l’incontro “Renaming Places. StreetArt e rigenerazione urbana” in cui si è discusso proprio sulla funzione di questi due generi nella valorizzazione di quegli spazi suburbani notoriamente collegati allo stereotipo di luoghi di disagio sociale degrado e abbandono.

Negli ultimi anni si è senza dubbio infittito il dibattito sui graffiti visti come simbolo di degrado cittadino, e allo stesso tempo come opportunità di riqualificazione e sopratutto di espressività urbana.
Bologna è sicuramente la concretizzazione di questa controversia apparentemente irrisolta fra opinione pubblica ed autorità, ora a favore ed ora in contro, alternativamente, e che ha visto nel capoluogo emiliano da un lato sorgere iniziative di promozione della Street Art ampiamente condivise, mentre dall'altro ha visto sollevarsi un nembo di dissenso specialmente verso l'operare degli artisti: come non citare il ben noto caso di Alicè, alias Alice Pasquini, multata da un vigile urbano per aver imbrattato un muro o il caso dei condòmini di via Pier De' Crescenzi quando insorsero contro i murales (autorizzati per Frontier fra l'altro) sui loro palazzi. Ed invece dall'altra parte della barricata chi non ricorda il caso del famosissimo murales di Blu del centro sociale Xm24 di Bologna , che sarebbe dovuto essere abbattuto per far spazio ad una rotonda che alla fine è stato letteralmente salvato dalle proteste collettive della popolazione?

In questo articolo non ci occuperemo però di questa diatriba ancora irrisolta, bensì in occasione dell'evento “Bici senza Frontiere” vogliamo proporvi un itinerario turistico/artistico alternativo , forse un po' hipster ( anzi, senza dubbio!) da svolgere proprio in bicicletta: quello dello Street Art tour.
Quartiere Bolognina

Per il Blog abbiamo intrapreso sfidando il freddo di fine Gennaio e le intemperie il tour per le periferie bolognesi: Quartiere Porto, Bolognina, San Donato, Fiera e poi quelli sparsi per il centro storico fra un portico ed un altro!
In 2 pomeriggi si è riusciti a visitare tutti i siti più interessanti, a poterli contemplare. Per l'itinerario ci siamo affidati ai consigli che si possono trovare on-line, i percorsi possibili sono tantissimi. Ecco qui quello che ci è piaciuto di più, http://www.nuok.it/bulagna/bologna-street-art-tour-i-migliori-murales-della-citta/ anche se forse vale la pena ripeterlo più volte per riuscire a scoprire anche le opere “minori” sparse per la città.

Questo è sicuramente un modo per fare del turismo che unisca il piacere di una bella e salutare pedalata in compagnia, un fine settimana ad impatto 0 e senza spostamenti dispendiosi, l'opportunità , totalmente gratuita, di apprezzare un'espressione artistica che parla di noi e delle grandi periferie delle nostre città e un modo per conoscere e riscoprire il luogo nel quale abitiamo, per viverlo in fine!

Del nostro tour personale ci è piaciuto anche osservare quali sono state le reazioni delle persone del quartiere: è stato incredibile per esempio come un anziano signore, subito dopo essersi lamentato dei lavori in corso in via Fioravanti che gli avrebbero fatto passare uno stradone proprio sotto casa, abbia lodato e ricordato quasi con “affetto” il lavoro del famosissimo Blu, o di come una simpatica vecchina ci abbia spiegato, preparatissima sulla materia, di come il murales in via Scipione del Ferro 21 di M-CITY racconti la storia del suo quartiere e di quella ferrovia che l'attraversa; al contrario siamo rimasti davvero sorpresi quando, mentre stavamo ammirando i lavori di ERON e DOES in via Michele Colonna, alcuni teenagers, pieni di piercing e collane dorate, pantaloni larghi più del doppio della taglia e ovviamente incollati ai propri Smartphone, si siano fermati a chiederci cosa stessimo facendo nel loro quartiere, e sopratutto che cosa stessimo fotografando; noi gli abbiamo risposto che eravamo venuti fin là per vedere le pareti disegnate dai due Writer, ebbene, hanno alzato la testa e sono rimasti senza parole: “Io questo non l'avevo mai notato, eppure ci passo davanti tutti i giorni”(ovviamente le citazioni sono state ampiamente ripulite da esclamazioni e slang vari che avrebbero potuto offendere la sensibilità di alcuni lettori). Incredibile che non si siano mai accorti dei monumentali murales che adornano il quartiere dove vivono, che parlano col linguaggio del loro tempo, no?!

Quartiere San Donato

Proprio su questo piccolo avvenimento mi sono fermato a riflettere e forse mi ha aiutato ad apprezzare di più questa forma nuova ed alternativa di fare un turismo, alla portata di tutti ma che allo stesso tempo permette di dare forma e sostanza, identità ed umanità a quelle aree della città che altrimenti risulterebbero dei non luoghi.

Stefano 

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