Bologna
1984. Presso l’allora Galleria Civica d’Arte
Moderna, l'avanguardia pittorica newyorckese sbarca nella città
felsinea con la mostra “Arte di frontiera. New York Graffiti” alla
quale parteciparono i protagonisti della Old School of New York tra
cui Kenny Scharf, Keith Haring, Crash, John Ahearn, A One, Toxic,
Jean-Michel Basquiat.
A
questo evento si è ricollegato idealmente e storicamente l'anno
passato il progetto “FRONTIER - La linea dello stile ” a cura di
Fabiola Naldi e Claudio Musso, organizzato da “ALL WRITE”
associazione culturale e patrocinato dal Comune di Bologna e dalla
Regione Emilia-Romagna.
Il
progetto è stato pianificato in due momenti complementari: il primo
è constato nella realizzazione delle tredici opere murali di
dimensione monumentale le quali hanno permesso non solo di
valorizzare le periferie della città ma anche di porre sotto gli
occhi di tutti il potere comunicativo ed estetico della Street Art e
del Writing proprio nello spazio urbano in cui sono fioriti e da cui
hanno da sempre tratto linfa vitale; il secondo momento si è basato
sull'approfondimento teorico e critico del Writing e della Street
Art, svoltosi durante un convegno internazionale ospitato dal MAMbo
.
Quartiere Porto |
Sempre
a Bologna il tema del Writing e della Street Art è stato ripreso
alla fiera d’arte indipendente “SetUp “durante
l’incontro “Renaming Places. StreetArt e rigenerazione urbana”
in cui si è discusso proprio sulla funzione di questi due generi
nella valorizzazione di quegli spazi suburbani notoriamente collegati
allo stereotipo di luoghi di disagio sociale degrado e abbandono.
Negli
ultimi anni si è senza dubbio infittito il dibattito sui graffiti
visti come simbolo di degrado cittadino, e allo stesso tempo come
opportunità di riqualificazione e sopratutto di espressività
urbana.
Bologna
è sicuramente la concretizzazione di questa controversia
apparentemente irrisolta fra opinione pubblica ed autorità, ora a
favore ed ora in contro, alternativamente, e che ha visto nel
capoluogo emiliano da un lato sorgere iniziative di promozione della
Street Art ampiamente condivise, mentre dall'altro ha visto
sollevarsi un nembo di dissenso specialmente verso l'operare degli
artisti: come non citare il ben noto caso di Alicè, alias Alice
Pasquini, multata da un vigile urbano per aver imbrattato un muro o
il caso dei condòmini di via Pier De' Crescenzi quando insorsero
contro i murales (autorizzati per Frontier fra l'altro) sui loro
palazzi. Ed invece dall'altra parte della barricata chi non ricorda
il caso del famosissimo murales di Blu del
centro sociale Xm24 di Bologna
, che sarebbe dovuto essere abbattuto per far spazio ad una rotonda
che alla fine è stato letteralmente salvato dalle proteste
collettive della popolazione?
In
questo articolo non ci occuperemo però di questa diatriba ancora
irrisolta, bensì in occasione dell'evento “Bici senza Frontiere”
vogliamo proporvi un itinerario turistico/artistico alternativo ,
forse un po' hipster ( anzi, senza dubbio!) da svolgere proprio in
bicicletta: quello dello Street Art tour.
Quartiere Bolognina |
Per
il Blog abbiamo intrapreso sfidando il freddo di fine Gennaio e le
intemperie il tour per le periferie bolognesi: Quartiere Porto,
Bolognina, San Donato, Fiera e poi quelli sparsi per il centro
storico fra un portico ed un altro!
In
2 pomeriggi si è riusciti a visitare tutti i siti più interessanti,
a poterli contemplare. Per l'itinerario ci siamo affidati ai consigli
che si possono trovare on-line, i percorsi possibili sono tantissimi.
Ecco qui quello che ci è piaciuto di più,
http://www.nuok.it/bulagna/bologna-street-art-tour-i-migliori-murales-della-citta/
anche se forse vale la pena ripeterlo più volte per riuscire a
scoprire anche le opere “minori” sparse per la città.
Questo
è sicuramente un modo per fare del turismo che unisca il piacere di
una bella e salutare pedalata in compagnia, un fine settimana ad
impatto 0 e senza spostamenti dispendiosi, l'opportunità ,
totalmente gratuita, di apprezzare un'espressione artistica che parla
di noi e delle grandi periferie delle nostre città e un modo per
conoscere e riscoprire il luogo nel quale abitiamo, per viverlo in
fine!
Del
nostro tour personale ci è piaciuto anche osservare quali sono state
le reazioni delle persone del quartiere: è stato incredibile per
esempio come un anziano signore, subito dopo essersi lamentato dei
lavori in corso in via Fioravanti che gli avrebbero fatto passare
uno stradone proprio sotto casa, abbia lodato e ricordato quasi con
“affetto” il lavoro del famosissimo Blu, o di come una
simpatica vecchina ci abbia spiegato, preparatissima sulla materia,
di come il murales in via Scipione del Ferro 21 di M-CITY racconti la
storia del suo quartiere e di quella ferrovia che l'attraversa; al
contrario siamo rimasti davvero sorpresi quando, mentre stavamo
ammirando i lavori di ERON e DOES in via Michele Colonna, alcuni
teenagers, pieni di piercing e collane dorate, pantaloni larghi più
del doppio della taglia e ovviamente incollati ai propri Smartphone,
si siano fermati a chiederci cosa stessimo facendo nel loro
quartiere, e sopratutto che cosa stessimo fotografando; noi gli
abbiamo risposto che eravamo venuti fin là per vedere le pareti
disegnate dai due Writer, ebbene, hanno alzato la testa e sono
rimasti senza parole: “Io questo non l'avevo mai notato, eppure ci
passo davanti tutti i giorni”(ovviamente le citazioni sono state
ampiamente ripulite da esclamazioni e slang vari che avrebbero potuto
offendere la sensibilità di alcuni lettori). Incredibile che non si
siano mai accorti dei monumentali murales che adornano il quartiere
dove vivono, che parlano col linguaggio del loro tempo, no?!
Proprio
su questo piccolo avvenimento mi sono fermato a riflettere e forse mi
ha aiutato ad apprezzare di più questa forma nuova ed alternativa di
fare un turismo, alla portata di tutti ma che allo stesso tempo
permette di dare forma e sostanza, identità ed umanità a quelle
aree della città che altrimenti risulterebbero dei non luoghi.Stefano
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